Il Coraggio di Inseguire il Cuore: Il Mio Viaggio Professionale
Stamattina, mentre sorseggiavo il mio caffè, ripensavo alle ultime immersioni linguistiche con i miei allievi. Avevo il sorriso sulle labbra e una riflessione in mente: sono una delle persone fortunate che fanno un lavoro che amano.
Un lavoro che non solo amo, ma che ho scelto con determinazione.
Anzi, direi che in un certo senso l’ho creato da zero, su misura per me, lasciando da parte le certezze e ricominciando più volte.
Ci vuole Coraggio
Ci vuole una buona dose di coraggio (e forse anche un po’ di follia) per lasciare tutto e cominciare da capo. Non è mai facile fare i primi passi senza una rete di protezione, affrontando incertezze quotidiane. Ma l’ho fatto, ben due volte. L’ultima, non più giovanissima, ho deciso di “ascoltare il mio cuore” e ricominciare.
Tra Sogni e Realtà: I Lavori che Non Mi Rappresentavano
Ho provato a farmi piacere lavori che molti mi invidiavano. Ma non c’era corrispondenza con la mia vera natura. Ogni mattina, dovevo convincermi a proseguire, cercando di trovare il lato positivo in lavori che non mi appartenevano.
Sono sempre stata una persona che non lascia mai nulla a metà e che mantiene la parola data.
Così, sono andata avanti per anni, come un mulo che porta un carico pesante. Ma alla fine, non ce l’ho fatta più. Era il momento di cambiare.
Il Giudizio degli Altri
Una volta presa la decisione, il cammino non è diventato immediatamente facile. Mi sono trovata, infatti, a dover affrontare il giudizio di chi mi circondava, inclusi gli affetti più cari.
Il mio percorso, infatti, era completamente diverso da quello che la mia famiglia aveva seguito. Il risultato era che “non mi capivano”.
Ci vuole una buona dose di testardaggine a continuare anche tra difficoltà e giudizi di chi il mio lavoro non lo capiva. Non lo capiva perché “fuori dagli schemi”, dalla “normalità”.
Ci vuole coraggio per non farsi fermare da difficoltà o critiche.
E, ancora oggi, molti non capiscono il mio lavoro. A volte mi sento chiedere: “Mi ripeti cosa fai?” o “Non capisco davvero cosa fai.”
La verità è che il mio lavoro non segue uno schema tradizionale. Non è fatto di un’unica definizione, ma di un insieme di attività che, a volte, bisogna spiegare. E’ un lavoro che non risponde a ruoli fissi, non segue programmi tradizionali.
E così in tanti pensano che io sia “strana”.
E forse un po’ lo sono.
Abbracciare la Mia “Stranezza”
Con gli anni, ho imparato ad abbracciare la mia “stranezza”. Ho accettato la difficoltà di seguire le regole tradizionali e oggi mi sento leggera, libera, consapevole e centrata. Ma, soprattutto, mi sento grata con me stessa.
Grata per non aver mollato, per aver lottato per un lavoro che amavo.
Un lavoro che ho inventato, disegnato e organizzato a modo mio. Ancora oggi c’è chi sminuisce, tende a togliere valore a qualcosa che non appartiene ad una struttura convenzionale o , ufficialmente riconosciuta.
Ancora oggi, mi impegno, ogni giorno, a proteggere, difendere e legittimare la mia strada, il mio progetto e il mio metodo di insegnamento.
Un Viaggio Su una Strada Bianca
Il mio cammino è come un viaggio su una strada bianca, non asfaltata e, spesso, scomoda. Ma è circondata da bellezza, condivisione e connessione con tante persone simili a me, che “sentono” e “vedono” il mondo come lo vedo io.
E non posso che essere felice dei progressi fatti. Oggi, ho sempre meno bisogno di spiegare cosa faccio. Forse, la verità è che a pochi interessa capire davvero, o forse sono finalmente riuscita a comunicare chiaramente il mio progetto e il mio metodo.
Tuttavia io sono esattamente dove volevo essere. E questa consapevolezza è il mio vero “successo”.
Il successo?
Dipende dalle aspettative. Per me , anche il più piccolo obiettivo raggiunto, ogni passo avanti verso un progetto che amo è ” il successo”. Semplicemente “sentirsi bene” , “sentirsi a casa”, riconoscersi in ciò che facciamo .
La Forza di Ascoltare il Cuore
Alla fine, credo che la frase “Và dove ti porta il cuore” mi abbia portato esattamente dove volevo: “a casa”. Ed è il mio successo.
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*“Và dove ti porta il cuore” è il titolo di un romanzo di successo di Susanna Tamaro.
Glossario
Ci vuole = it takes, it’s needed / il faut, c’est necessaire
La parola data = una promessa fatta
Mulo =mule
Mollare= let go /abandoner
Testardaggine = stubborness/entetement
Grata = grateful/ reconnaissant
Consapevole = aware/conscient
Fuori dagli schemi = outside the box/hors des sentiers batus